Ci si può voler bene in molti modi
diversi. Ognuno ama a modo proprio, ognuno con parti di sé ogni volta diverse,
ogni volta una persona diversa e complicata a modo suo.
Ma, sempre, bisognerebbe
pretendere la felicità e magari illudersi che potremo essere diversi.
Dicono che dovremmo essere tranquilli
con noi stessi, anche se, nel giocarci le nostre carte, è ben probabile che
arrivi un no.
Mentre cerchiamo di giocare, bevendoci
mille bicchieri di vino con la persona che ci piace, sentiamo la paura della
fregatura. Conosciamo a memoria i nostri errori e la scena di quando le cose
finiscono, quella, l’abbiamo vista e rivista così tante volte che difficilmente
sapremmo descrivere una variazione sul tema. Io che ho sbagliato, noi
impantanati, io andrei avanti, o ricomincerei d’accapo, ma non so se tu lo
vuoi.
Qualcuno dice che potrebbero esserci
anche molti altri tipi di scene e scenari.
Qualcuno dice che, in quei casi, che
forse esistono, dovremmo giocare di strategia e giocarcela, con i dubbi di
prima, forse meno, forse di più, con la calma che vogliamo, con la serenità che
ci serve, con tutto quello che vorremmo metterci, di nostro, di unico, anche i
prossimi errori.
Perché se la scena sarà diversa, dovremmo
crederci di più e credere che siamo perfettamente capaci di essere amati e
amare.
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