Ho cancellato quasi tutto. Ho voglia di
pulizia, di poesia, di cose per bene, di cose che sanno di buono.
Il profumo del pane appena sfornato. L’odore
del bucato steso al sole.
Le mani nelle mani, gli occhi negli
occhi, la voglia di rischiare e rischiare qualcosa di vero per qualcosa di
buono.
Un viaggio in macchina chiacchierando a
bassa voce, la musica a palla cantando a squarciagola.
Il frusciare della gonna di una donna,
la galanteria di un uomo innamorato.
Il sorriso di un bambino, le carezze e
gli abbracci di una mamma.
Il tramonto sul mare, la birra con gli
amici, i piedi nella sabbia.
Stare sdraiati nell’erba, immobili sotto
il cielo, cercare di ricordare le nuvole come erano un secondo prima, l’odore
dell’erba al primo sole che la scalda, il silenzio del vento che ti accarezza
le guance.
Mi circondano troppi inganni e
tradimenti, proposte di sesso, sesso in cambio di niente, un brivido forse. Ho
trovato poca anima e ancora trovo solo mezze scuse, proposte ambigue, a metà,
per vedere se magari ci scappa qualcosa, qualcosa in più, se qualcosa in tasca
me ne viene.
Tutte scuse.
La cattiveria non l’abbiamo inventata
noi. C’era già. Esisteva come il sole prima di ogni cosa, continuerà dopo di
noi. Non scacciamo la paura della morte con il sesso. Non ci salverà. Se per
qualche minuto ci sentiamo più forti, più furbi, più illuminati, è poca roba,
roba misera.
Il mondo è anche così.
Ci sono cose, ci sono persone, che il
mondo lo rendono diverso. Sono persone speciali, cose buone. Che portano pace
nel cuore. Sono fatte di poesia. Sono eccezioni.
Incontrarsi, trovarsi, riconoscersi. Simile
con simile, vero davanti al vero. E andare avanti, insieme, ricordandosi chi si
è veramente, quali sogni abbiamo, qual è la ragione per cui siamo qui. E magari
anche perdersi. Lasciarsi perdere. Perdere insieme.
Siamo un destino da compiere. Siamo vita
e parole, siamo emozioni e azioni, siamo fragili, fragilissimi, appesi a quella
speranza della poesia che mettiamo nelle cose che facciamo, nelle parole che
usiamo per noi stessi e per gli altri. Siamo carne, siamo passione, siamo
respiro. Siamo animali, fatti per rotolare e annodarci nel sudore. E siamo
anima e siamo cuore. E siamo anche cose, oggetti dimenticati, a volte, pieni di
polvere e destinati ad essere polvere.
Siamo quello che siamo e non siamo
diversi.
Camminiamo tutti incerti, spaventati, su
sentieri che abbiamo imboccato decidendo al bivio o senza decidere nemmeno troppo.
È quello che cerchiamo, di noi negli
altri, che fa la differenza, che ci rende speciali.
La speranza che qualcosa possa cambiare,
che ogni persona possa avere poesia e portarcela nel cuore.
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