Sono piccola piccola fra le tue
braccia. L’unico posto nel quale vorrei stare. Piccola come quando sei volato
via.
Le tue mani erano grandi, come i tuoi
occhi.
Non avevo paura. Non sapevo cosa
fosse. La paura è arrivata come il buio di certi pomeriggi d’inverno, quando
alzi la testa e guardi fuori dalla finestra e trovi la notte, le ombre dei rami e gli alberi nascosti dai lampioni, il freddo che punge sul vetro
della finestra e nelle ossa. La paura è arrivata all'improvviso e io non sapevo nemmeno darle un nome.
Parlami, accarezzami i capelli, dimmi
le cose del mondo.
Perché non sei guarito? Perché sei andato
in Cielo? Con chi sei lassù? Chi mi darà i tuoi baci e le tue carezze? Come
faccio a spiegarti le cose che non so e che mi devi spiegare tu? Dove sei? Se
qui? Qui dove?
È tutto silenzio qui dentro, silenzio
e buio.
Quando torni?
Io ti aspetto…
Nessuno mi sente, nessuno mi vede,
nessuno mi stringe. Non vado, non voglio, se tu non torni.
Io resto qui, ti aspetto finché tu non
vieni.
Sono cattivi con me, io non li guardo,
ma li sento, là fuori, loro sono cattivi!
Perché non vieni? Cosa ti ho fatto?
Cosa ho detto? Quanto dura il castigo?
Perché non mi spieghi?
Mi lasci qui, da sola, al buio, senza
abbracci… non mi senti, non mi vuoi più?
Dai, papà, vieni!
Torna, ti prego, torna a prendermi,
abbracciami ti prego, vieni e portami via, aiutami, prendimi e portami via, subito, in fretta, ho freddo, è
tanto buio, e credo di avere paura, credo di non sapere come fare a fare le
cose, non so soffiarmi il naso se non mi dai tu il fazzoletto e le tue mani
grandi che mi stringono mentre soffio forte!
Papà… non mi senti?
Papà! Sono qui! Mi vedi?
Papà!
Papà… dove sei?
Dimmi dove sei, vengo io da te e tu mi
porti via… Dimmelo, dimmi dove sei, dove sei?
Papà…
Papà… mi abbracci ancora?