Un po’ per caso, un po’ per sfida, alla
fine, qualche cosa succede.
Facciamo disfiamo rifacciamo e il risultato non è
mai quello previsto (se mai, in ipotesi, qualcuno si è messo a tavolino a fare
un calcolo…); però, qualcosa succede.
Le cose, un po’, ti capitano e vengono come
vengono. E va bene se non stiamo là tutti a pianificare prevedere calcolare
tutto. Insomma, tanto, per il più del tempo, mica si può capire tutto!
Ne sento di storie, storie varie, di vita.
E tu vorresti che bastasse una carezza, un abbraccio, un bacio, un qualcosa che
fai tu insomma, per sistemare tutto. Ma non riusciamo a sistemare le cose
nostre, figuriamoci quelle degli altri!
Alla fine, le cose si
aggiustano, si aggiustano sempre. E ci aggiustiamo anche noi.
Non siamo cause perse.
Non siamo sacchetti vuoti.
Non siamo fantocci lasciati là per caso.
Va bene se ci perdoniamo, ci perdoniamo
le cose che abbiamo fatto, che ci hanno fatto, che sono successe.
Andare avanti è un po’ questo: anche se sei mezzo sfatto mezzo scoglionato mezzo
impaurito, ti rialzi, riprovi e sorridi.
Le cose belle e le cose di sempre
restano. Sono là e aspettano solo che le scopriamo o le ritroviamo.
Non importa quanto tempo ci mettiamo:
sono là.
E la felicità è una cosa semplice, alla
fine.
È una cosa che decidi, che coltivi, che fai.
Se decidi di essere felice, alla fine,
cosa ci perdi?
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